Città di Como: Cosa visitare

Perfetta per una gita culturale fuori porta

Cosa visitare a Como in una giornata

Non appena si mette piede nella splendida città di Como, ci si perde subito ad osservare i pregevoli monumenti, il grazioso centro storico e gli scorci suggestivi sul Lario e sui delicati pendii che la circondano. Scoperta e conquistata dai Romani quasi due secoli prima di Cristo, Como è la città della luce, delle vie della seta, dei caffè sotto i portici e la sua fama è oggi indiscussa in Italia così come all’estero.

Dal Tempio Voltiano a Porta Torre, offre ai numerosi visitatori un’opportunità per circondarsi di colori, profumi, arte e storia, potendo ammirare opere e costruzioni in tanti stili diversi, dal medioevale al neoclassico, dal rinascimentale al gotico-lombardo. Orientarsi tra le sue vie e le sue attrazioni turistiche è molto semplice, e ciò la rende tranquillamente visitabile nell’arco delle 24 ore, perfetta per una gita culturale fuori porta.

Città di Como: cosa visitare
Piazza Cavour - Como

Piazza Cavour – L’antico porto e la fontana di New York

Partiamo da Piazza Cavour, la prima area storica che si raggiunge venendo dalla stazione di Como Nord Lago. Oggi è l’epicentro delle manifestazioni culturali della città, dove spesso si tengono anche mercatini di artigianato o gastronomici, ma un tempo aveva un profilo diverso e ospitava un porto commerciale, con botteghe e porticati che dominavano i lati interni della piazza.

L’odierna area venne costruita a cavallo dell’800, quando il porto venne interrato, e alle botteghe si sostituirono alti palazzi, come quelli che oggi ospitano gli hotel Metropole-Suisse e Barchetta Excelsior.

Un curioso aneddoto riguarda una bellissima fontana che nel 1872 andò ad abbellire il centro della piazza. Non riscuotendo il favore dei cittadini, che si lamentavano per l’eccessiva nudità nelle donne scolpite sui fregi e per il consumo d’acqua, la struttura fu rimossa e venduta nel 1902 ad un privato, che la portò a New-York nel giardino zoologico del Bronx, dove si trova ancora oggi. Ironia della sorte, dal 1968, la fontana è riconosciuta come simbolo ufficiale di New York City!

Non avendo alcuno sbocco fluviale, la riva di Como ha sempre sofferto i momenti di piena del lago, subendo numerose esondazioni, già riportate in documenti risalenti al XV secolo. In alcune occasioni, Piazza Cavour diventava completamente navigabile. Il rischio di esposizione all’innalzamento delle acque rimane vivo ancora oggi.

Piazza Duomo a Como

Piazza Duomo – Il Broletto, la Cattedrale e la rana

Spostandosi all’interno, volgendo le spalle al lago, raggiungiamo Piazza Duomo, il cuore pulsante della città. All’ingresso della piazza lo sguardo cade sul Broletto, l’antico palazzo comunale risalente al 1215. Il suo originario stile gotico-romanico, venne “rimodernato” nel ‘400 durante il periodo rinascimentale, conferendogli l’aspetto del tipico palazzo di corte.

L’annessa torre civica un tempo era dotata di una campana che il Comune suonava per richiamare i cittadini alle riunioni. L’interno del palazzo oggi è sede di mostre d’arte, congressi e manifestazioni di vario genere.

Letteralmente attaccato al Broletto, si erge il Duomo di Como, che con la sua eleganza gotico-rinascimentale domina l’architettura urbana della città. È considerato uno degli edifici religiosi più rappresentativi del Nord Italia, e la sua unicità e bellezza sono un retaggio dei quasi 4 secoli che ci sono voluti per costruirlo, dal 1396 al 1740.

Su l’imponente facciata rivestita di guglie e pinnacoli si osservano numerose decorazioni scultoree, tra cui le due edicole dedicate agli scrittori latini Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane, entrambi cittadini di Como.

La Porta settentrionale viene curiosamente chiamata “Porta della Rana”, richiamando una decorazione raffigurante per l’appunto una rana che salta fuori dallo stagno. Ancora non è chiaro perché, tra le svariate figure di santi, angeli, mostri, grifoni e farfalle rappresentate, fu proprio una rana a fissarsi nella tradizione. Nell‘800 iniziarono a circolare voci secondo cui la rana indicasse un tesoro nascosto, tanto che nel 1852 vennero eseguiti degli scavi per cercarlo, senza successo. Dal 1912 la rana è senza testa, colpita dal martello di un uomo impazzito. Nonostante questo continua ad ottenere un grande successo, soprattutto tra i turisti, che l’accarezzano perché si dice porti fortuna.

All’interno del Duomo si apprezza il monumentale altare ligneo dedicato a Sant’Abbondio, così come arazzi rinascimentali del XVI e XVII secolo.

Piazza Giuseppe Verdi – La “Piccola Scala” e la Casa del Fascio

Se ci spostiamo dietro al Duomo, raggiungiamo un’altra area di interesse storico, ossia Piazza Giuseppe Verdi, circondata da gioielli architettonici che mettono in comunicazione secoli e stili diversi.

Primo tra tutti, il Teatro Sociale di Como, uno scrigno di rara bellezza da sempre centro culturale di attrazione per i maggiori interpreti della musica classica e dell’opera. Inaugurato nel 1813, è noto anche con l’appellativo di “Piccola Scala”, dal momento che ospitò il Teatro alla Scala, dopo che il bombardamento del 1943 rese inagibile la prestigiosa sala milanese. Grazie a questa collaborazione, a Como si esibirono i migliori artisti dell’epoca.

Aperto oltre 300 giorni all’anno, Il Teatro Sociale è sede di molte attività: oltre agli spettacoli di prosa, danza e alle stagioni di opere e concerti, è popolato dalle scuole di teatro e di danza, animate da bambini e ragazzi di ogni età.

A Est della piazza, oltre il passaggio a livello, spicca uno dei maggiori esempi di architettura razionalista italiana, la ex Casa del Fascio di Giuseppe Terragni. Un rigoroso impianto geometrico e un’assoluta semplificazione formale sono le principali caratteristiche di questo edificio che nel 1936 venne costruito come sede cittadina del partito nazionale fascista, adibita al controllo della popolazione e all’educazione giovanile. Oggi è sede della guardia di finanza.

Se volgiamo lo sguardo a nord si possono osservare i resti della Torre Pantera, residuo quattrocentesco appartenente alla storica famiglia da cui prende il nome, e a chiudere un ideale cerchio, a ovest, la massa imponente del Duomo.

Dalla nostra posizione si apprezza meglio l’elevazione della cupola, mirabile opera di Filippo Juvarra, che conferisce alla cattedrale un’altezza complessiva di ben 75 metri.

Piazza San Fedele Como

Piazza San Fedele – Un salto indietro nel tempo

Tornando nella piazza principale e lasciando il Duomo alla nostra sinistra, proseguiamo dritti lungo la bella Via Vittorio Emanuele, da sempre la via del commercio. All’epoca sede di piccole case con bottega, oggi conta numerosi negozi con le più moderne catene di abbigliamento ed accessori.

Seguendo il naturale decorso della strada arriviamo a Piazza San Fedele, cuore antico della città murata, sicuramente uno dei luoghi più affascinanti da visitare.

Già nel periodo romano era un centro di importanti contrattazioni ed era la sede del mercato del grano (Mercatum Blava) con botteghe e portici. In età altomedievale e comunale la piazza era anche un luogo strategico dal punto di vista religioso, come dimostra la presenza della Basilica di San Fedele, uno splendido complesso che fonti storiche fanno risalire al 1100 circa, anche se che fu sicuramente iniziato molto prima. Tra le antiche chiese di Como, S. Fedele risulta la più interessante a livello architettonico, con una struttura che, nell’insieme e nei dettagli, non offre eguali in tutto il territorio nazionale.

Oggi la basilica e la piazza antistante sono una delle mete turistiche più suggestive, uno spazio pedonale vivace in cui respirare la storia, con le sue case di epoca rinascimentale con legno a vista e cotto a spina di pesce.

Porta Torre e Piazza Vittoria

Porta Torre e Piazza Vittoria – Da Barbarossa a Garibaldi

Lasciando la piazza imboccando Via Natta, proseguiamo verso il confine del centro storico, rappresentato dalla maestosa Porta Torre, il famoso ingresso medievale alla città.

Alta 40 metri, è un esempio di architettura militare di tradizione romanica, con quattro ordini di arcate che un tempo corrispondevano ai quattro piani della torre, sulla cui sua sommità originariamente era posta una campana che suonava per comunicare eventuali pericoli agli abitanti.

Attraversiamo la torre e, giunti al lato opposto, volgendo lo sguardo alla nostra destra notiamo i resti di spesse mura medioevali, che in passato costituivano un complesso sistema difensivo fatto erigere dall’imperatore germanico Federico Barbarossa per difendere la città dagli attacchi della vicina Milano, un tempo nemica acerrima di Como.

Per questa ragione, il centro storico comasco viene anche chiamato “Città Murata” e oggi il 70% del perimetro originario è ancora esistente e ben integrato nell’assetto urbanistico odierno.

Davanti a noi si disegna Piazza Vittoria, l’ampia area situata appena fuori dalle mura della città, che ospita la statua dell’eroe dei due mondi Giuseppe Garibaldi, inaugurata nel 1909 in occasione del Trentennale della liberazione, ed eretta nel luogo della resa degli Austriaci dopo le Cinque giornate del 1848.

Osservando vecchie foto risalenti ai primi anni del ‘900, si può vedere la linea del tram che attraversava la piazza ed entrava a Como da Porta Torre, e nel centro un grande spiazzo oggi occupato dai giardini adiacenti al palazzo del Tribunale di Como.

La Basilica di Sant’Abbondio – L’antica Cattedrale

Come già abbiamo potuto notare fin qui, Como è una città ricca di testimonianze religiose: Basiliche, monasteri, chiese e chiesette ci raccontano la sua storia millenaria, in cui momenti di splendore e di crescita si sono alternati a secoli di guerre e battaglie.

Allontanandoci di poco dalle mura della città, oltrepassando la tangenziale, raggiungiamo la Basilica di Sant’Abbondio, chiaro esempio di questo retaggio storico, una costruzione di notevole pregio e valore che sorge sotto il Monte Croce.

Significativa rappresentante dell’architettura romanico-lombarda e capolavoro dei maestri comacini, venne eretta al posto della chiesa paleocristiana intitolata ai SS. Pietro e Paolo, dove si dice che il terzo Vescovo di Como Amanzio avesse portato le reliquie dei due apostoli.

Nel IX secolo la basilica venne consacrata al successore di Amanzio, il vescovo Abbondio, oggi patrono di Como, e rimase la cattedrale della città sino al 1013 quando questo titolo venne trasferito alla chiesa di Santa Maria Maggiore, poi demolita per far posto al Duomo.

All’interno l’abside custodisce un ciclo di affreschi del 1300 che raccontano in venti scene la storia di Cristo, e il perimetro della chiesa paleocristiana è segnato sull’attuale pavimento da fasce di marmo nero.

Il Monastero medioevale a ridosso della basilica fu acquistato nel 1968 dal Comune, e oggi, dopo un attento restaurato, ospita la facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi dell’Insubria.

Alessandro Volta – Il primo cittadino di Como

Piazza Volta

Tornando verso il centro storico, guardando le antiche mura notiamo la presenza di una seconda torre, chiamata Torre Gattoni, sede nel 1930 della prima cabina elettrica che erogava la corrente per l’illuminazione della città.

Non a caso, al suo interno ebbero luogo i primi esperimenti scientifici di Alessandro Volta, il celebre studioso ideatore della pila e scopritore del gas metano, nonché il più illustre cittadino di Como dell’epoca moderna.

Il legame tra la figura del grande scienziato e la città lariana non conosce soluzione di continuità negli ultimi due secoli e mezzo, e le testimonianze di questo rapporto disegnano un itinerario che abbraccia il cuore della città. Poco oltre la torre, imbocchiamo proprio la via a lui intitolata, che ci riporta all’interno delle mura. Lungo la strada, giunti al civico 62, notiamo una targa con la scritta “Fu questa l’avita casa di Alessandro Volta”.

Siamo davanti alla casa natale dello scienziato, che si presenta oggi come un imponente palazzo, sottoposto a significative modifiche da parte degli eredi. Volta morì in questa casa nel 1827, e il mausoleo che ospita la sua salma, dichiarato monumento nazionale, è oggi visitabile nel quartiere di Camnago Volta, poco fuori Como.

Tempo Voltiano Alessandro Volta Como

Il lungolago Mafalda di Savoia – Tra scienza e natura

Da Piazza Volta torniamo ad affacciarci sul Lario, pronti per continuare la nostra visita attraverso le numerose bellezze che si celano lungo le sue sponde.

Tenendo il lago alla nostra destra, percorriamo il Lungolago Mafalda di Savoia (chiamato così in onore della principessa d’Italia) circondati da verdi alberi e rinfrescati dalla dolce brezza lacustre.

Tempio Voltiano

L’edificio a forma di tempio neoclassico che si erge al termine del viale, è un museo che celebra ancora una volta il fisico Alessandro Volta, costruito nel 1927 in occasione del primo centenario della morte dell’inventore della pila.

Sicuramente il più iconico tra i numerosi monumenti comaschi dedicati allo scienziato, il Tempio Voltiano accoglie i visitatori con due splendide statue poste all’ingresso, rappresentanti la Fede e la Scienza. All’interno, una vasta sala circolare di quasi 12 metri di diametro conserva gli apparecchi e i dispositivi originali utilizzati dallo scienziato nei suoi esperimenti, nonché lettere, pubblicazioni e riconoscimenti a lui tributati.

Di fronte all’edificio si disegna il Giardino del Tempio, un parco che offre la possibilità di abbandonarsi ad una piacevole frescura, al riparo dalle calde giornate estive, e dove sicuramente salta all’occhio la presenza di una vecchia locomotiva.

Si tratta infatti della Locomotiva FS 851, che si trova nel parco dal 2006, un omaggio a queste stupefacenti macchine, che dai primi del ‘900 prestarono servizio in Italia fino al termine dell’era della trazione a vapore negli anni settanta.

Un ulteriore monumento in onore dello scienziato, di recente fattura, si trova, pensate un po’, in mezzo al lago! Percorrendo la diga foranea Piero Caldirola, accessibile dal lungolago, si avrà la sensazione di solcare le acque del Lario, fornendoci la possibilità di ammirare lo skyline di Como in tutta la sua romantica bellezza, soprattutto nel corso di una passeggiata serale, quando le luci della città si specchiano sulle acque del lago dipingendo un quadro dal sapore impressionistico.

Al vertice della diga si trova il Life Electric, un’opera realizzata nel 2015 dall’archistar Daniel Libeskind, alta 16 metri e che risplende in mezzo al lago. Fondendo elementi energetici e scientifici con quelli naturali, la struttura gioca con forme sinuose che richiamano la tensione elettrica tra due poli di una batteria.

Aero Club Como

Viale Giancarlo Puecher – Uno stadio e un hangar

Monumento ai caduti

Continuando la nostra passeggiata sulle rive del lago, circondiamo il Tempo Voltiano e notiamo subito l’ergersi di un’imponente struttura, il Monumento ai Caduti. Costruito nel 1933 dal celebre architetto razionalista comasco Giuseppe Terragni, sullo schizzo realizzato nel 1914 da Antonio Sant’Elia (che lì vi aveva immaginato una futuristica centrale elettrica), il monumento è costituito da una torre alta 30 metri rivestita con pregiate pietre del Carso, simbolo dei luoghi dove la Grande Guerra venne combattuta.

All’interno la cripta ospita incisi i nomi dei caduti comaschi, e salendo i numerosi gradini che dalla cripta conducono all’ultima terrazza, si può godere di un ampio panorama sulla città.

Stadio di Como – Giuseppe Sinigaglia

Poco oltre notiamo ergersi, alla nostra sinistra, un’imponente struttura dotata di spalti: siamo davanti allo stadio Giuseppe Sinigaglia, dal 1927 la casa della società calcistica comasca. Realizzato su volere di Benito Mussolini, la sua costruzione rappresenta uno dei primi esempi di architettura razionalista in Italia ed è intitolato al campione di canottaggio caduto nella prima guerra mondiale.

Fin dall’inizio la vocazione dell’impianto fu assolutamente polisportiva, con corsi di ginnastica artistica, ma anche pugilato, pesistica, maratone e ippica. Era anche un velodromo, e l’anello che stava ai bordi del campo era dotato di una curva parabolica tra le più impegnative di Europa.

La capienza attuale dello stadio è di 13.600 spettatori, ma nella stagione in cui il Como raggiunse la serie A (2002/03) arrivò a contenerne fino a 18.000.

Negli eventi indimenticabili legati al Sinigaglia, c’è l’arrivo dell’elicottero di Papa Karol Wojtyla nel maggio del 1996 in occasione della visita del Pontefice in città, e tra i cantanti che si sono esibiti quando lo stadio è stato utilizzato per concerti ci sono i Deep Purple, Jovanotti e i Pooh.

Aereo Club Como

Di fronte allo stadio sorge lo Yatch Club Como, la cui scuola di vela, nata nel 1950, è stata la prima scuola organizzata in Italia. Tra i risultati sportivi la società annovera due partecipazioni alle Olimpiadi e parecchi titoli mondiali ed europei.

Proseguendo lungo il viale giungiamo ad un’ampia area, dove sarà facile trovare, ormeggiati alla riva, degli idrovolanti. Ci troviamo infatti nel luogo dove sorge l’unico idroscalo certificato attualmente operativo in Italia, l’Idroscalo Internazionale di Como.

Nel 1913, meno di tre anni dopo il primo volo di un idrovolante, si svolse a Como uno dei primi raduni di idrovolanti della storia, il “Gran Premio dei Laghi”, a cui parteciparono i più importanti piloti europei.

Lo vinse il francese Roland Garros, generalmente ricordato per il prestigioso torneo di tennis a lui dedicatogli, ma che in realtà è stato un aviatore francese, pioniere dell’aviazione e pilota di aerei da caccia durante la prima guerra mondiale.

Il gestore dell’attività è l’Aero Club Como, la più importante organizzazione di volo con idrovolanti in Europa, nonché la più antica del mondo, come certificato dal Guinness World Records ottenuto nel 2013.

Villa Olmo Como

La passeggiata Lino Gelpi – Circondati da bellezze senza tempo

Subito dopo lo scalo degli idrovolanti, troviamo uno dei luoghi più amati dai comaschi e tra i più apprezzati dai turisti. Si tratta della passeggiata Lino Gelpi, una strada costruita negli anni ’60, che si estende per oltre un chilometro, costeggiando il lago da una parte e una serie di affascinanti ville storiche dall’altra. Questo percorso fu ricavato togliendo terreno ai giardini di queste dimore, che originariamente avevano accesso diretto al lago, creando una strada pedonale con una vista che è ovunque impagabile.

Villa Saporiti

La maggior parte delle dimore risale al ‘700, durante il periodo della dominazione asburgica, e la prima che si incontra è Villa Saporiti, conosciuta anche come “La Rotonda” per via del profilo convesso disegnato dall’elemento centrale della facciata.

Le sue sale interne ospitarono numerosi personaggi storici, tra cui il generale Napoleone Bonaparte e il principe Ferdinando I d’Austria.

Villa Gallia

Saporiti deriva dal nome dell’ultimo proprietario, prima della vendita alla Provincia di Como. Successivamente, sbirciando attraverso i cancelli, scorgiamo Villa Gallia, la più antica, risalente al 1600.

L’edificio si erge sulle rovine della villa museo dell’umanista Paolo Giovio, e il suo aspetto è il frutto di pesanti ristrutturazioni, avvenute soprattutto nel dopoguerra quando l’edificio venne acquistato dalla Provincia di Como, che dovette intervenire con un consistente restauro a causa dei danni provocati dai tedeschi durante il conflitto mondiale. Oggi è sede di uffici amministrativi.

Villa Olmo

L’approdo finale di questa rilassante passeggiata è in una delle ville più belle di tutto il territorio comasco, la sorprendente Villa Olmo, nelle sue meravigliose linee di architettura neoclassica. Commissionata alla fine del ‘700, è in grado fin da subito di catturare lo sguardo ammaliato di tantissimi turisti che visitano gli edifici e di compiacere i cittadini che decidono di passare qualche ora nell’ombrosa quiete del suo parco.

L’impianto della facciata è rimasto intatto fino ad oggi, disegnando linee sobrie ed eleganti nello stesso tempo. Le sue sale hanno visto il passaggio di personaggi del calibro di Ugo Foscolo e Guseppe Garibaldi, oltre che di nuovo Napoleone Buonaparte. Il giardino all’italiana che si affaccia su lago è decorato da statue di divinità pagane, un tempietto neoclassico e un’elegante balaustra in pietra.

Nel 1925 la proprietà venne ceduta al Comune di Como che attualmente la utilizza per organizzare mostre d’arte, spesso di grande richiamo.

Viale Geno – cambia la sponda, ma la bellezza resta

Se da Villa Olmo volgiamo lo sguardo verso il lago, notiamo sulla sponda opposta una coreografica fontana, la destinazione finale della nostra visita. Ripercorriamo dunque a ritroso la strada, godendoci il panorama dalle dolci linee e dai colori pastello che non smette mai di riempire i nostri occhi.

Oltrepassata Piazza Cavour, proseguiamo dunque in direzione est, solcando il Lungo Lario Trieste. Posto tra la stazione Nord Milano e la funicolare, quello che è oggi un’area colma di bar e ristoranti, un tempo era la riva delle lavandaie (con tanto di lavatoio pubblico) che assunse la sua vocazione turistica solo dopo la Seconda Guerra Mondiale.

La funicolare di Brunate – Como

Al termine di questo piacevole tratto animato da graziosi ristoranti, giungiamo davanti alla stazione della funicolare che conduce a Brunate. Se avete avanzato qualche ora da spendere ancora ad ammirare le bellezze di questo territorio, allora vi consigliamo caldamente di acquistare un biglietto.

Inaugurata nel 1894, attraverso un percorso di circa 1km con un dislivello di 500 metri, la funicolare ci guida all’ingresso di un piacevole luogo di villeggiatura, soprannominato il “Balcone delle Alpi” per i suoi incantevoli punti panoramici. Partendo dal centro del paese, una ripida passeggiata viene ricompensata dalla visita al Faro Voltiano (ulteriore omaggio della città al suo più celebre cittadino) che con i suoi 29 metri di altezza, domina sul Lario, dipingendo un quadro che ben incornicia la proverbiale bellezza esclusiva dell’area comasca.

Volendo, se si prosegue oltre il faro, muniti però di scarpe da trekking, si percorre un lungo sentiero che, seguendo la Dorsale del Triangolo Lariano, conduce alla cima del Monte Bollettone. Da qui, nelle giornate serene, la vista spazia dal Gran Paradiso a nord, al Monviso e alla pianura lombarda a sud.

Tornando sulla riva

Superata la funicolare, entriamo nel tratto conclusivo del nostro percorso, Viale Geno. Si tratta di un viale molto soleggiato, che grazie ad un’ampia area pedonale aperta completamente sul lago, si candida come meta perfetta per godersi i romantici tramonti offerti dal Lario. Alcuni grandi cedri ci guidano verso Villa Geno, bellissima dimora ottocentesca, in stile neoclassico, che si nasconde proprio dietro alla fontana che si scorgeva sul lato opposto da Villa Olmo, e che da qui si mostra in tutta la sua bellezza con un imponente getto di 30 metri.

La bellezza e la capienza delle sue sale rendono la dimora perfetta per l’allestimento di banchetti nuziali, cene di gala e congressi di ogni tipo, grazie alla presenza delle più moderne dotazioni tecniche, predisposte per soddisfare le diverse esigenze degli utenti.

Eccoci al termine di questo breve viaggio attraverso le bellezze e la storia di una delle città più romantiche e suggestive di tutto il Nord d’Italia. Ma è solo l’inizio della scoperta di questo meraviglioso territorio, che lungo tutto il profilo iconico ad Y rovesciata del Lago di Como, nasconde scrigni di rara bellezza, tutti da scoprire.